Non esistono scorciatoie a nulla: non certo alla salute, non alla felicità o alla saggezza. Niente di tutto questo può essere istantaneo. Ognuno deve cercare a modo suo, ognuno deve fare il proprio cammino, perché uno stesso posto può significare cose diverse a seconda di chi lo visita. – Tiziano Terzani –
L’azione dello stress cronico causato o mantenuto da fattori psicologici e sociali, diminuisce nel tempo i livelli di salute e aumenta in modo significativo la probabilità di ammalarsi.
La dimensione psicologica delle persone ha un peso importante nella qualità della vita e pertanto non deve stupirci che ce l’abbia anche sulla salute.
Depressione, ansia, emozioni negative (in particolare rabbia e ostilità), inadeguato supporto sociale, inclinazione al pessimismo, mancanza di senso e spirito costruttivo e (dis)stress psicologico, una condizione mista caratterizzata da manifestazioni depressive (perdita di interessi, mancanza di speranza) e ansiose (tensione), spesso accompagnate da manifestazioni somatiche, come insonnia, mal di testa o mancanza di energie.
Alcune recenti meta-analisi (ad es. Rozanski, 2014) hanno messo in evidenza come essere depressi o sentirsi soli hanno il doppio di probabilità di causare una malattia cardiovascolare rispetto ai livelli di colesterolo.
Uno degli effetti dello stress è l’attivazione di risposte di tipo infiammatorio nell’organismo. L’infiammazione non è solo legata alla necessità di combattere virus o batteri ma è il meccanismo fisiologico per la riparazione dei tessuti in caso di ferite. In caso di stress cronico lo stato infiammatorio può prolungarsi e da potente meccanismo naturale di difesa può ritorcersi contro l’organismo provocando seri danni.
E’ dimostrato che stati di infiammazione cronica predispongono a malattie cardiovascolari, diabete, osteoporosi, artrite reumatoide, alcuni tipi di cancro, Alzhaimer e depressione.
Altre ricerche epidemiologiche (Batty, 2014, 2017) hanno indagato il rapporto tra distress psicologico e mortalità per cancro e malattia cardiovascolare.
Questi studi, qui citati per il loro sofisticato impianto statistico e l’abbondanza dei dati raccolti, hanno documentato l’influenza reciproca tra distress psicologico e i principali fattori di rischio comportamentale: sedentarietà, cattiva alimentazione e obesità, fumo, carenza di sonno/riposo e senso di solitudine.
Il supporto dello psicologo può agire sia in ottica riparativa (per es. lavorando su convinzioni e atteggiamenti) sia preventiva (es. allenare e rinforzare capacità auto-regolatorie).
Riconosce la persona come esperta del suo vissuto e del suo problema, mettendola in grado di individuare e massimizzare tutte le risorse disponibili e attivabili, e ogni possibilità “compensativa” quando non sia possibile intervenire sugli altri aspetti disfunzionali.
L’alleanza terapeutica, cioè quel “collaborare reciproco” tra paziente e terapeuta, incide sui livelli di aderenza agli obiettivi prescritti dal personale medico.
Bibliografia, per approfondire | Lazzari, D. “La psiche tra salute e malattia”, 2019, Edra.